sabato 31 gennaio 2015

“Dopo un incontro di Alchimia Spirituale” inviato da Domenico Mansi

“Come si fa ad entrare nella Via? Hai sentito le mie parole? Entra da lì”.
Certo che ho sentito. Ho sentito il tuo scorrere e il mio correre.
Lo scorrere nelle tue parole il cui significato ora non ricordo, il pulsare del mio cuore lento, ma sempre più forte e intenso, le orecchie calde e negli occhi una scintilla, e dentro, un po’ più lontano, in profondità, la parola Ming.
Poi la domenica. 
Ancora un volta vederti tra l’opera di una vita e un’opera per la vita, lo sforzo di un messaggio dall’eco eterno. 
Il mio dolce sorridere dentro nel vedere il tuo non stare mai fermo pur restando fermo. Poi a pranzo, il tuo raccontare di come poti le cime per irrobustire e infoltire il centro, il basso e i lati. E del mettere al buio per far fiorire. Risposte a domande che non conoscevo ma che avrei voluto farti da tanto.
Poi di nuovo il lunedì. E di nuovo il tuo scorrere e il mio tenere.
Poi il pianto, rosso, dolce fuoco.  Non riesco a smettere di piangere!
“E’ Tao?”
“Sì. Che corde ti tocca?”
Non lo so.
Ho sentito il tuo scorrere e il mio tenere, uno scorrere dentro di te, nelle tue parole, ma anche dentro di me.
“Io parlo d’amore”
Cosa? Un boato lontano. Poi Rita, l’abbraccio e lo sciogliersi. Poi nuovamente solo. 
Il parcheggio, il cancello. Il silenzio. E il pianto come una cascata.
E poi una eco: "Che corde ti tocca?" Dal pianto, nasce qualcosa. Un fondersi di pianto e riso.
Poi il boato lontano in un lampo diventa un tuono!
Ecco cos’è! Sono felice! E’ amore! Ovvio, semplice! Come ridere. E ridere! E ridere, ridere, ridere...
Il diaframma, il respiro, il tuono in una risata infinita! Una risata che unisce il cielo e la terra e il mio passato a questo momento. Sono a casa. Sono vita che vibra in una risata fragorosa. Poi il progressivo placarsi tra improvvisi sussulti di risata, dolci assestamenti. Poi il sorriso in un lago ancora mosso, ma tiepido e sorridente.
“Tao. Che corde ti ha toccato?”.
Ho sentito lo scorrere. E nello scorrere ho riso! E nel ridere vibrava un grazie che ora sorride e non corre.
Un grazie per quello che scorre.

mercoledì 28 gennaio 2015

La Via della Realizzazione (continuazione del blog precedente)

Continua da moto retto e moto retrogrado

Durante una delle mie lezioni su lo Wu Zhen Pian, nome che tradotto letteralmente significa “Pagine sul risveglio (o sulla comprensione) della realtà (o della reale perfezione)” ho improvvisamente compreso che lo schema di Fu Xi sul moto retto e sul moto retrogrado poteva pefettamente collegarsi anche alle parole dello Wu Zhen Pian.
La Via dei Grandi Maestri che sono apparsi sulla Terra negli ultimi 3.000 anni (secondo me forse 5 o 6 al massimo) occupa lo spazio di sinistra del grafico, il moto retto. La loro Via è tracciata dal Destino: sono dei predestinati, dotati da sempre di grande Determinazione, di una Mente Consapevole, hanno vissuto la vita con Gioia e Gratitudine e, una volta realizzata la Mente del Tao, sono ritornati a vivere tra la gente comune per insegnare loro, Umilmente, il percorso che gli uomini devono percorrere per realizzare il loro potenziale umano. 
Indicativa, sotto questo punto di vista, la meditazione buddista sui 10 Tori e la visione taoista dell’illuminazione: quando hai compreso la realtà ultima non rimanere narcisisticamente sulla Montagna (qui simbolismo dell'orgoglio degli eremiti), ma ritorna tra la gente comune per aiutarla a realizzarsi, perché l’Umiltà è la vera dote degli Illuminati. 
Recita un detto Zen “Se vedi un Buddha, uccidilo (anche questo simbolicamente)”. 
Cioé, se si presenta a te una persona che si dice un Buddha, non seguirlo perché non è lì per coltivare la tua crescita personale, ma per accrescere sempre di più il culto della sua personalità.


Perciò, per noi umani, nati senza il marchio dei predestinati, la via da percorrete è quella di destra. 
Ogni giorno la nostra crescita spirituale deve affontare le difficoltà (Monte) con la determinazione (Tuono), ogni giorno la tentazione di arrenderci (Acqua) è il vero pericolo che si supera con la consapevolezza (Fuoco) che non siamo stati fatti “... a viver come bruti” (discorso di Ulisse ai suoi marinai: Dante Alighieri, Divina Commedia) e, infine il traguardo del carattere mite (Vento) che si ottiene solamente accettando i meravigliosi limiti della nostra vita umana e che ci colloca stabilmente nella gioia (Lago) di vivere con pienezza e creatività la nostra vita di tutti i giorni. 
Il nostro percorso si completa quindi a sud-ovest, dove è posto, nel Cielo Posteriore, il trigramma Terra, la realtà; trigramma che rappresenta altresì, nei Dieci Tronchi Celesti, la centralità dell’Uomo.
Lao-zi: “Ritorno alla radice”
Chi realizza il vuoto estremo 
Trova ciò sussiste immobile e calmo 
Nel flusso degli esseri innumerevoli 
Vede il loro uscire e pullulare 
E come tutti ritornano alla radice. 
Tornare alla radice significa stato di riposo 
Da tale riposo un nuovo destino 
Questa è la legge immutabile (della trasformazione) 
La conoscenza della legge immutabile 
Porta alla chiara visione 
La non-conoscenza della legge immutabile 
Porta all’agire cieco e dannoso. 
La conoscenza della legge immutabile 
Conduce all’equanimità distaccata 
Essere distaccati significa essere superiori 
Essere superiori significa essere regali 
Essere regali significa essere come il Cielo 
Essere come il Cielo significa essere simili al Principio 
All’eterno e identico 
E si sarà per sempre fuori dal danno.

Wang, l'Uomo Regale, che unisce dentro di sé i Soffi del Cielo e delle Terra grazie alla sua consapevolezza (linea verticale)

venerdì 23 gennaio 2015

Introduzione alla Realizzazione: moto retto e moto retrogrado

Dal Shu Kua: “Agli inizi della protostoria, Fu Xi dominava il mondo. Innalzato lo sguardo alla volta celeste, egli contemplò le immagini nel Cielo; abbassato lo sguardo egli meditò sugli accadimenti che avvenivano sulla Terra attraverso il comportamento degli uccelli e degli animali ed il loro adattamento ai luoghi”.
Fu-Xi, mitico Imperatore dell’Alta Antichità, è considerato l’inventore della numerologia e dei trigrammi o Segni. Egli è considerato anche il primo dei grandi ordinatori del territorio cinese, unitamente a Shennong e a Huang-Di, Imperatori che gli succedettero. Fu Xi rappresenta perciò il passaggio da una civiltà essenzialmente nomade ad una civiltà prevalentemente sedentaria.  L’innalzare gli occhi al Cielo è proprio di colui che è avvezzo a farsi guidare dalle stelle. Fu Xi comprese le Leggi della Terra, e come esse potevano essere applicate all’Uomo, attraverso il comportamento degli animali. Il balzo avvenne (tra nomade e sedentario) quando, abbassando gli occhi verso terra, egli, grazie all’osservazione attenta di ciò che lo circondava, capì quale poteva essere l’adattamento degli animali ai vari luoghi e perciò anche dell’Uomo. Perciò, logicamente, contemplando il Cielo, egli partì direttamente da se stesso; contemplando la Terra, egli partì indirettamente dalle cose.
Partire da se stesso significa partire dalla propria consapevolezza della realtà degli accadimenti cosmici e dall’intuizione e dalla comprensione di tutto ciò che non può essere visto ed esperito direttamente dall’Uomo. Perché Fu Xi potesse comprendere le Leggi Universali del Cielo, fu senz’altro necessario un lungo, profondo, percorso di Meditazione perché è nel silenzio della mente discorsiva che il Disegno Originario può prendere forma e il silenzio della mente discorsiva si ottiene solo con la Meditazione.
Per la Scuola Taoista della Realtà Completa, se i trigrammi furono un’Illuminazione che Fu Xi ottenne attraverso l’osservazione dei fenomeni naturali e delle leggi a loro sottostanti, la Meditazione sui Segni rappresenta, per il moderno simpatizzante, l’unica possibilità per rimettersi in contatto con una Natura forse irrimediabilmente alterata, così che, compresi gli antichi, armonici, ritmi egli possa rientrare in contatto con quella realtà totale che il sapere ha ampliato, ma, nello stesso tempo, ha così immensamente frazionato da far perdere all’Uomo moderno la comprensione del progetto d’insieme. Perciò il sottile, l’essenza delle cose, è un’intuizione individuale; la realtà delle cose è una visione oggettiva di ciò che è. Ecco perché dice: «… partì indirettamente dalle cose»“Ecco i Diecimila esseri: se Yin porta, Yang abbraccia, e fondendo insieme i Soffi vitali (Qi), creano l’armonia”.
Cielo (Kien) e Terra (Kun) determinano la prima direzione spaziale che sarà poi il punto di riferimento per tutte le altre direzioni: l’asse Nord-Sud, l’asse centrale di ogni riferimento. Nell’ordinamento energetico cinese il Sud è collocato in alto perché il Cielo è in alto, il Sole è in alto (perciò è in alto anche la sorgente della luce), il calore sale verso l’alto, perciò l’Estate, la stagione più calda è collocata in alto nel cerchio della grafica energetica, cerchio che è la rappresentazione ortogonale della sfera. Se l’Estate, la stagione calda, è posta in alto, in alto sarà posto anche il Sud, la regione più calda della Terra.
Conseguentemente il Nord è collocato in basso e rappresenta la Terra, la Luna (perciò la sorgente di ogni luce riflessa), il freddo che scende verso il basso, perciò l’inverno, la stagione più fredda dell’anno, quando la luce solare è di minore quantità.
Vediamo un momento che cosa rappresenta la collocazione spaziale di Cielo-Terra. Il Cielo abbraccia la Terra e la rende feconda con le Sei Energie Celesti, il moto ascendente e discendente del Sole e dei pianeti, l’andamento ciclico delle stagioni e degli anni. La Terra, riscaldata e fecondata da queste energie, concepisce, genera, cresce e porta a compimento ogni cosa. In questo clima di rigogliosa creatività e creazione, appare l’Uomo, frutto anch’esso della spinta generativa della Terra. Egli rappresenta soltanto un’ulteriore creatività del Cielo e un’ulteriore creazione della Terra, ma possiede una caratteristica unica: ha una mente che è in grado di capire la Legge del Cielo e, grazie al moto retto e retrogrado dell’Energia, egli può dirigere la sua azione in modo conforme, perché potendo, attraverso i due moti, comprendere e prevenire gli accadimenti futuri, egli è l’unico veramente in grado di armonizzarli secondo questa Legge.
La sua postura eretta lo colloca sull’asse Nord-Sud, linea dello spazio, antenna di collegamento tra Cielo e Terra. Per contro, le sue braccia aperte disegnano l’altro asse equilibratore Est-Ovest. Questa peculiarità della struttura Uomo (postura eretta), lo mette in una posizione egemonica in confronto al resto del creato, ma lo può  anche proiettare in una dimensione onnipotente e narcisistica distruttiva. Ecco allora l’altra fondamentale linea dall’Est all’Ovest, la linea del tempo, dalla nascita alla morte, che contiene il significato e il perché di questa vita. Perciò scopo dell’Uomo è di cercare di armonizzare le sue spinte emotive ed istintuali controllandole attraverso la consapevolezza: le anime materiali (Hun) e gli Spiriti terrestri (Po) si equilibrano vicendevolmente perché il Cielo ha dato all’Uomo una quantità particolare di Soffio Shen che gli permetterà di comprendere e completare il Disegno a condizione che durante il tempo della sua vita, egli si dedichi a coltivarlo. 
Ma la peculiarità di Fu Xi fu quella di insegnare agli uomini ad acquisire la conoscenza degli avvenimenti stagionali, conoscenza fondamentale per il sedentario per poter poi dedurre ciò che avverrà. 
Nasce il concetto di moto retto (il movimento delle lancette dell’orologio, la normale sequenza delle stagioni partendo dal massimo freddo) per determinare il progressivo aumento del caldo sino il suo culminare al sud e il moto retrogrado che, partendo anch’esso dal massimo freddo risale con un movimento retrogrado (inverso cioè alle lancette dell’orologio) per determinare il diminuire progressivo del freddo sino a giungere al caldo temperato della quinta stagione cinese.
Studiando il movimento retto si può comprendere come tutto, nel tempo, si somma e si espande e come si possa con questo movimento spiegare tutto ciò che è stato; e come invece, studiando il movimento retrogrado, si possa comprendere come tutto, nel tempo, si ripieghi e si contragga e come questo movimento consenta di comprendere ciò che verrà, perché esso permette di vedere i germi del futuro. 
Il movimento energetico binario Cielo-Terra ha infine generato una struttura (l’Uomo) che ha consapevolezza della struttura stessa e del movimento energetico cosmico a cui essa soggiace ed è perciò in grado di comprendere le Mutazioni e le Trasformazioni, di prevederle e di portarle a compimento (Alterazione) grazie alla sua capacità di afferrare il concetto di tempo.
Metaforicamente parlando, se una persona è in grado di comprendere come un albero (una manifestazione) si contrae nel suo seme (nel suo germe), può facilmente comprendere, guardando un seme (un germe di idea), come esso si dispiegherà nella futura pianta (nella manifestazione, nella realizzazione dell’idea).


Oggi a noi un ragionamento del genere sembra ovvio, ma per un nomade di 5.000 anni fa abituato a spostarsi in modo lineare sempre seguendo la primavera, l’estate e l’autunno ed ignaro dell’inverno, passare da un ragionamento consequenziale ad un ragionamento induttivo ha significato un enorme balzo dell’umanità, paragonabile in certo qual senso al balzo di Neil Amstrong sul suolo lunare.

Questa lunga premessa per parlare nel prossimo blog del percorso lineare dei Veri Maestri Illuminati e il percorso retrogrado di noi semplici mortali, ma con la stessa identica capacità loro di giungere alla mente del Tao.

lunedì 19 gennaio 2015

Lo Shen in relazione ai Cinque Organi di Rita Caprioglio


Lo Shen, pur essenso Uno, si esprime nei cinque organi.
A custodire lo Shen è il Cuore, Imperatore ed emblema dell’Uno originale che riunisce in armonia il corpo intero, ma tale unità si articola attraverso la specificità di ciascuno dei cinque organi: il Cuore tesaurizza gli Spiriti Shen, il polmone conserva i Po, il fegato gli Hun, la milza il proposito Yi, il rene il volere Zhi.
Ciascuna istanza rappresenta, ed è correlata, a un organo, a una specifica qualità di energia e movimento, a una sfumatura dell’essere che è al tempo stesso pensiero, azione ed emozione. In tal senso lo Shen è uno, ma condensa in sé le altre istanze correlate ai cinque organi e le governa come un unicum, similmente all’esercito imperiale che era uno ma composto da guerrieri provenienti da diverse regioni o Stati dell’antica Cina, retti ciascuno dal proprio governatore, duca o re.
Con l’imporsi della teoria dei Cinque Elementi, lo sguardo venne spostato sui singoli organi, potenze vitali che si esprimono però in funzione del cuore, dunque di un volere unico. Ogni organo ha il suo proprio volere, la sua natura, la sua tendenza e interagisce con le cose della vita presentando poi al Cuore la propria elaborazione, frutto delle proprie caratteristiche e dell’attività funzionale che lo contraddistingue. Il Cuore alla fine tutto riceve e valuta: ciò che accoglie troverà dimora in esso, costituirà il suo Shen e imprimerà una direzione alla vita intera.
- All’interno dei Cinque Elementi, alla Milza si associano Yi e Si, il proposito e il pensiero che da esso scaturisce. La Milza produce un vapore che, estratto dai cibi, sale a nutrire il Cuore dove viene trasformato in sangue. E’ attraverso il sangue che la Milza presenta al Cuore tutto ciò che ha estratto dalla memoria, dai ricordi, dalla sua cosciente elaborazione dei pensieri. E’ possibile dire che Yi è lo Shen della milza.
- Al Rene è affidato lo Zhi, determinazione e persistenza dell’intenzione che ben si adatta alle sue qualità di solidità e tesaurizzazione. La prima determinazione di ogni vita è il voler vivere, attributo dello Zhi che si associa spontaneamente al Rene, organo in cui è preservato il Jing, da cui prendono forma ogni cosa e ogni energia, potenzialità di cambiamento e trasformazione, proprietà che ancora una volta lo accomunano al volere. Per tali motivi, Zhi è lo Shen del Rene.
- Il Fegato è correlato agli Hun, la cui naturale e intensa caratteristica diffusiva ben si associa alla funzione di quest’organo che ama la dispersione. La tendenza dello Hun ad elevarsi trova corrispondenza nel decorso del meridiano di Fegato, che dal basso va verso l’alto sino a raggiungere VG 20, Bai Hui, il punto più elevato del corpo dove convoglia lo Yang dell’organismo. Il Fegato è un organo legato al Qi e allo Yang e per mantenere il suo equilibrio funzionale ha bisogno di essere riempito da una grande quantità di sangue: di questo si giovano gli Hun che, immateriali e dotati di una spinta diffusiva che potrebbe portarli lontani dal corpo, trovano alloggiamento proprio nel sangue di fegato che dona loro radicamento e stabilità. L’identità tra Hun e Fegato sarà tale da attribuire all’organo le capacità proprie degli Hun come immaginazione, fantasia, intuizione, ecc. Gli Hun rappresentano dunque lo Shen del Fegato.
- Il Polmone, legato funzionalmente ai liquidi e alla discesa, è associato ai Po, spiriti che con l’organo condividono relazioni e tendenze. Il Polmone è un organo vuoto, capace per questo di ricevere aria e Qi: tale condizione serve ai Po che, legati alla materia, si giovano del rapporto con il Qi per contrastare la loro tendenza ad infossarsi. Al Polmone saranno attribuite le funzioni proprie dei Po, tra cui il mantenimento della vita istintiva che avviene attraverso la respirazione e la circolazione (il Polmone aiuta il Cuore nel far circolare il sangue). Per questo i Po sono lo Shen del Polmone.
- Al Cuore viene correlato lo Shen in sé. Insieme, Cuore e Shen governano il corpo e ne indirizzano il Qi, convogliano cioè energia e risorse dell’organismo al servizio del volere del Cuore, qualunque esso sia. L’uomo è formato dall’incontro delle energie di Cielo e Terra: dall’uno riceve gli Spiriti Shen, dall’altra le essenze Jing. E’ la luce degli spiriti, Shenming, che consentirà all’uomo l’elaborazione di un’intelligenza e uno sviluppo spirituale altrimenti non possibili ad altre creature che possiedono un diverso Jingshen. Se l’uomo saprà seguire questa luce interiore potrà compiere il proprio naturale destino, Ming, divenire egli stesso uno Spirito.
E’ su tali elementi che poggia la teoria taoista dell’immortalità, che verrà coincidendo sempre più con questa identificazione dell’uomo con il suo essere spirito. Il cammino dell’uomo consiste dunque nell’abbandonare passioni e desideri, nel non nutrire il proprio egoismo che a poco a poco si sgretolerà e svanirà per lasciare posto, in questo cammino di identificazione con il principio stesso della vita, a una progressiva purificazione sino ad ottenere un corpo di luce.
Pertanto, secondo i taoisti, occorre semplicemente fare il vuoto, “non fare”, “wuwei”, per aprire dentro di sé uno spazio dove tali spiriti possano lavorare ed esistere pienamente, in modo da dirigere ordinatamente i flussi di Qi e sangue nel corpo, così come dirigono la natura.
L’immortalità dello spirito diventa così al tempo stesso benessere e longevità del corpo, poiché durante la vita fisica dell’uomo corpo e spirito prosperano e convivono. Per i taoisti era però necessario procedere liberandosi da passioni e desideri, poiché lo Shen della persona è sostanzialmente definito da ciò che è presente nel suo Cuore e dunque anche da ciò che responsabilmente vi si pone all'interno. Shen è dunque in definitiva ciò che abita il Cuore dell’uomo, che è al tempo stesso la luce interiore proveniente dagli Spiriti del Cielo ma anche ciò che l’uomo sceglie di porre nel suo Cuore durante la vita. Ciascuno può assecondare gli spiriti originali del cielo o contrastarli, ma questo avrà inevitabilmente conseguenze sulla sua salute e sul suo destino.

lunedì 12 gennaio 2015

“Il saggio e l’indovino” tratto da “Racconti dei saggi taoisti” di Pascal Fauliot post di Rita Caprioglio


Lie-zi studiava da molti anni con il venerabile Hu. Un giorno andò a trovarlo e gli disse: “Maestro, vengo a prendere congedo. Ho incontrato un saggio più avanti di voi sulla via del Dao e vado a studiare con lui”.
“Molto bene, rispose il vecchio Hu con un lampo divertito negli occhi “E chi sarebbe questo gran saggio?”
“Si chiama maestro Qi. E’ indovino e mago. Ha dei poteri immensi: guarisce le malattie, prevede il futuro e arriva perfino a predire il giorno e l’ora della nostra morte!”
“Meraviglioso! Sarei molto lieto di incontrare questo grande maestro e approfittare anch’io del suo sapere. Me lo presenteresti?”.
L’indomani Lie-zi tornò dal suo maestro con il famoso indovino che indossava tutto l’armamentario della sua carica: il berretto ornato di specchi, la cappa gialla ricamata a trigrammi e la spada magica. Finito l’incontro, Lie-zi riaccompagnò in strada il mago. Questi gli disse:
“Il tuo maestro è gravemente malato. Se non viene curato come si deve, non supererà la settimana. Tornerò domani per tentare una cura di cui detengo il segreto. Tuttavia non sono certo del risultato, poiché il suo stato è davvero preoccupante”.
Lie-zi tornò di corsa dal maestro Hu e, tutto spaventato, gli riferì le parole dell'indovino. Il vecchio saggio fu scosso da un’immane risata e disse:
“Io manifesto solo quello che voglio far vedere. Gli ho nascosto la mia energia vitale e lui mi crede sull’orlo della morte. Aspettiamo domani e vedrai che bella sorpresa avrà il tuo mago!”
Quando, l’indomani, l’indovino entrò dal vecchio Hu, cacciò un grido e scappò via di corsa. Il saggio disse allora al discepolo:
“Raggiungilo e chiedigli che cos’ha!”
Lie-zi rincorse il mago e lo pregò di spiegargli il suo comportamento. Tremando dalla testa ai piedi, quello balbettò: “Non capisco, non ho mai visto una cosa del genere… Ieri era moribondo, e oggi mi è parso di vedere un drago che mi saltava addosso. Era spaventoso”.
Lie-zi tornò dal maestro e gli ripetè le parole dell’indovino. Sollevando le sopracciglia muschiose, il venerabile Hu sospirò: “Gli sono apparso nel mio stato di perfetta unione con il Dao, il Grande Vuoto, l’Origine insondabile di tutte le cose. E al tuo sommo maestro son venute le vertigini!”
Questa storia taoista fa nascere in me pensieri e riflessioni. 
In passato quante volte, come Lie-zi, ho rincorso chimere e illusioni quando, nel mio percorso evolutivo, mi sono trovata difronte ad ostacoli che avrei preferito sorvolare? E per sorvolare una difficoltà come si può fare? Si può imparare a volare mettendo delle ali fatte di illusioni, di sublimazioni, di “storie” ben raccontate a cui credere ciecamente, lasciandosi sedurre ed abbagliare dalle sopravvesti di chi le racconta, quando non da sé medesimi. 
Ci si può altresì, come Lie-zi, affidare a maghi e indovini, che oggi come allora continuano a far presa su quella parte bambina di noi che reclama a gran voce: “Voglio tutto e subito!”
Quante volte, credendo oramai di aver capito tutto, mi sono trasformata in quel bellissimo fiore di nome Narciso? (“Chi conosce dieci cose sulla verità, pensa di sapere tutto, chi ne conosce cento sa di non sapere nulla” Lao-zi). 
Quante volte ho chiuso le orecchie difronte a parole dure ma autentiche, preferendo ascoltare quelle di abili imbonitori? (“La parola autentica non è seducente, la parola seducente non è autentica” Lao-zi).
Onestamente, avendo avuto dapprima la fortuna di vivere parecchi anni con una nonna contadina che ha saputo trasmettermi con il suo esempio un forte senso di realtà e seguendo in seguito e tuttora gli insegnamenti di un maestro taoista della Scuola della Realtà Completa (Pino Ferroni), non sono state molte le volte in cui mi sono lasciata fuorviare del tutto dalla “mente errante”. 
Altrettanto onestamente e con dispiacere, mi è capitato di conoscere persone come il maestro Qi, che pensano di essere così potenti e sensibili a livello energetico, da sputare sentenze (la maggior parte delle volte negative) sulle altre persone, tranne poi spaventarsi difronte a manifestazioni realmente energetiche. Talune persone, invece, con una mente brillante, ma instabili emotivamente, non sono riuscire a concretizzare dei reali e utili cambiamenti per migliorare la qualità della loro vita. 

E che dire del maestro Hu?
Innanzitutto nel testo, il maestro Hu è spesso descritto come un vecchio saggio quasi a voler sottolineare che la vera saggezza è compagna della vecchiaia, così come dovrebbe essere secondo l’Ordine naturale delle cose; il cammino è lungo e la vita stessa, nel momento in cui abbiamo raggiunto una buona dose di consapevolezza, è una grande maestra. Essere saggi vuol anche dire “essere flessibili”, saper mutare insieme alle circostanze, prendendo esempio dalla Natura e mantenendo nel contempo un centro saldo e forte, cioè aver raggiunto quella condizione detta ”sbarra di ferro nel cotone”. 
E quando maestro Hu si presenta a maestro Qi come un drago, possiamo pensare che il colore del drago sia il colore nero, in quanto il Drago Nero, nell’Alchimia Spirituale taoista, appare a Nord, nell’età della saggezza.
E, azzardando, visto che non abbiamo modo di conoscere l’ideogramma che definisce Hu, se fosse lo stesso Hu di tigre, saremmo allora in presenza di un maestro che ha realizzato in se stesso la perfetta unione di Drago e Tigre, di maschile e femminile?
Lasciamo scorrazzare liberamente i nostri Hun. 
Hu è anche, nel Qi Gong dei Sei Suoni, il suono che corrisponde a milza- stomaco, per cui al centro.
E cosa pensare delle sue sopracciglia muschiose?
Le sopracciglia in medicina cinese danno informazioni circa la costituzione e la vitalità fisica di una persona e il muschio ci riporta ancora una volta al nord, ma anche all’acqua e alla vita, che nasce nell’acqua. 
Corsa finita!
                                                                                                                       Rita Caprioglio

lunedì 5 gennaio 2015

Calendario Agricolo cinese - 3° e ultimo post

Questo ultimo elaborato tratto dal mio libro-dispensa "Calendario Agricolo Cinese" rappresenta anche un invito rivolto a tutti quelli che volessero approfondire l'argomento scrivendomi direttamente a segreteria@egocenter.it e rappresenta altresì un invito a partecipare al nostro happening, assolutamente gratuito, di sabato 14 febbraio per prepararci all'arrivo del nuovo anno cinese, l'anno della Pecora, un anno di pace.

Il calendario tradizionale cinese incorpora un ciclo annuale di 24 periodi (in cinese Jieqi), ognuno lungo 15 giorni. Ognuna delle quattro stagioni è quindi suddivisa in sei Jieqi. La delineazione dei Jieqi è basata sulla posizione del sole prendendo in considerazione i 360 gradi e i 12 segni (simboli animali) del cosiddetto zodiaco cinese. Il primo giorno di un dato Jieqi si ha quando la posizione del sole coincide con il primo o il quindicesimo grado di uno dei 12 segni dello zodiaco. 
Il ciclo annuale di Jieqi è strettamente legato ai cambiamenti della natura, così che essi sono ancora utilizzati dagli agricoltori, fornendo indicazioni utili riguardo il momento giusto per la  semina o la raccolta.
 Tutti i Jieqi hanno un nome in armonia con le variazioni stagionali: 
- Il primo periodo è chiamato 'l’Inizio della Primavera' e cade il 4 o il 5 febbraio. Secondo il calendario tradizionale, un tempo sereno in quel giorno è un buon presagio per l’aratura. 
- Il secondo periodo è chiamato ‘Acqua Piovana’ (il 19 o il 20 febbraio): dopo questo giorno non ci sarà più neve stabile e i contadini avranno bisogno di pioggia. 
- Il 5 o il 6 Marzo inizia il periodo conosciuto come ‘Il risveglio degli insetti’, poiché la terra si risveglia dal letargo invernale. 
- Nel giorno dell’‘Equinozio di Primavera’ (il 20 o il 21 Marzo), ancora oggi tutti sperano nella pioggia, poiché si pensa che questa porterà particolare beneficio alle coltivazioni.
Tra i tanti metodi e sistemi di ginnastica medica elaborati nel corso dei secoli dai Taoisti e dai Buddisti, i 24 Esercizi Stagionali, si differenziano maggiormente dagli altri per le loro strette connessioni col calendario astrologico ed i suoi 24 periodi (di 15 giorni circa ciascuno) legati alle fasi lunari. 
I 24 Esercizi Stagionali, chiamati in origine Xiu Chen possono essere tradotti come: “Nutrire la Vita” o  “Mantenere la Vita”. Ciò consiste in pratica, nel mantenere la salute per raggiungere la longevità e la durevole visione. Questo antico metodo, molto conosciuto e rinomato, fu creato da Chen Xiyi, conosciuto anche con il nome di Chen Duan, praticante taoista, astrologo, alchimista e filosofo, nel villaggio di Zhubo (Chu Po) nella provincia di An Hui, sotto la dinastia Song (960 - 1270 d.C.) e qui vissuto, pare, fino all’età di 118 anni. 
Gli Xiu Chen sono quindi un metodo per armonizzare le energie proprie dell’uomo (Microcosmo) con il mutare delle energie dell’Universo (Macrocosmo) che si manifestano con le fasi Lunari (Yin) e le diverse stagioni (collegate al ciclo solare Yang), prevenendo e contrastando così i “malanni di stagione”. Su un piano più sottile, gli Xiu Chen, costituiscono un lavoro di “raffinamento alchemico interiore” dei Tre Tesori (San Bao) della Medicina Tradizionale Cinese: il Jing (essenza), il Qi (Energia o Soffio Vitale) e lo Shen (Spirito). Con la pratica costante degli Xiu Chen, il Jing viene trasformato e gradualmente purificato in modo che possa innalzarsi ed unirsi al Qi e successivamente allo Shen aiutando così il praticante a raggiungere la salute, la longevità e l’illuminazione. 
Sempre sotto l’ottica terapeutica, gli esercizi primaverili, legati a Shao Yang, servono per rinforzare l’energia del Fegato al fine di migliorare muscoli e tendini. Legati al coraggio della Tigre Azzurra e all’energia del Drago Verde essi permettono di rigenerare il sangue e di rinforzare il Soffio Qi.
Gli esercizi estivi, legati a Tai Yang, rinforzano il Cuore e facilitano la circolazione arteriosa, venosa, linfatica, energetica, sensoriale e ‘spirituale’. Inoltre servono a risvegliare lo Shen, pacificandolo (Jin Shen). Calmando il Cuore, essi permettono di regolare il ‘Fuoco interno’, migliorando la termoregolazione ed aumentando la capacità e il desiderio di ‘toccare’ (Tocco Shen).
Gli esercizi autunnali, legati a Shao Yin, rinforzano l’energia del Polmone al fine di aumentare la Wei Qi e permettono una migliore protezione del metabolismo, utile per affrontare l’inverno che si avvicina.
Gli esercizi invernali, legati a Tai Yin, rinforzano l’energia del Rene, permettendo così la conservazione della Yuan Qi e della Yong Qi. Infatti una forte Energia Vitale necessaria per superare le ridotte spinte energetiche dell’inverno.
La Festa di Primavera o capodanno lunare (noto come capodanno cinese), celebra l’inizio del nuovo anno.  Come regola generale, il nuovo anno inizia con la prima “luna nuova” successiva al solstizio d’inverno. 
Tenendo quindi presente ogni volta la data del capodanno lunare, si inizierà a praticare l’esercizio numero 1 partendo da tale data per poi proseguire con i successivi.

sabato 3 gennaio 2015

"La pace sia con te" di Patrizia Vetri


Posto solo oggi questo scritto di Patrizia sia come augurio di un veramente nuovo anno, sia per fare seguito alle parole di Papa Francesco che ha ripetuto più volte la parola pace.

“Salam aleykum” è il saluto arabo più usato e significa “la pace sia con te”. Quando l’ho imparato da certi miei amici sufi ho avuto un po’ di difficoltà a usarlo. Pensavo: «In che modo mi riguarda ciò? Io non vivo mica in un paese in guerra!» Poi ho capito. La pace di cui si tratta non è solo assenza di conflitto armato, di guerra mondiale o interna, di lotta fratricida. La pace è anche assenza di conflitti dentro noi stessi, nonché nel piccolo ‘entourage’ del nostro tran tran quotidiano.
  

Così stando le cose, certo che anche noi occidentali del 2015 abbiamo bisogno di pace! Prima di tutto di pace interiore, nel nostro essere in cui predominano le lotte dovute alle indecisioni, al volere a tutti i costi ciò che è fuori dalla nostra portata, all’onnipotenza che chiede tutto e subito, ai capricci egoistici, alle richieste dettate da dolori mai sopiti, all’arrovellarsi per il futuro, ai pensieri ossessivi legati al passato.
E poi pace intorno a noi, nel raggio di pochi metri, dove riusciamo solo a diffondere desiderio di potere, volontà di sopraffare l’altro, paura di questo ‘altro’ che altri non siamo in fondo che noi stessi visti attraverso lenti deformanti che segnalano mostri e nemici dove non ci sono. 
Pace quando ci sentiamo provocati, quando una sola parola detta anche senza malizia irrora di sale ferite ancora aperte nel nostro cuore, che però solo noi potremmo far cicatrizzare con il prezioso balsamo della compassione. Pace quando niente sembra funzionare, niente va per il suo verso e abbiamo in bocca amarezza di fiele. 
Sputiamo dunque quel fiele o trasformiamolo a poco a poco in ambrosia, avviciniamoci prima di tutto ai vari aspetti di noi e poi degli altri con empatia e senso di accoglienza, siano essi cristiani, musulmani, buddisti, ebrei o taoisti.
Perciò Salam aleykum a tutti 
e decidiamo al più presto 
se preferiamo avere ragione o essere in pace

La pace non è solo un fine remoto da raggiungere, ma un mezzo per raggiungere quel fine.
Martin Luther King


giovedì 1 gennaio 2015

Dal Nei Yeh - "Il Cuore nel Cuore"

Mi piace iniziare il nuovo anno con la tavoletta 14 del Nei Yeh, un testo trovato in una tomba datata 300 a.C. circa, che è considerato il precursore del Daodejing (Tao Te Ching) il quale sembra sia stato compilato, nella stesura oggi universalmente conosciuta, durante la Dinastia Han (circa 220 a.C. - 220 d.C.)

1 Dao riempie tutti sotto il Cielo. 
2 Esso esiste ovunque le persone sono, 
3 Ma le persone non sono in grado di capire questo. 
4 Dao, una parola che spiega, 
5 Come raggiungere il Cielo. 
6 Scendendo ai limiti della Terra; 
7 Riempie tutte le nove province. 
8 Come posso parlare o spiegare? 
9 E’ presente nel cuore calmo. 
10 Quando il mio Cuore è imbrigliato, le mie facoltà sono ordinate. 
11 Quando il mio cuore è calmo, le mie facoltà sono calme. 
12 Che cosa li ordina è il Cuore del Cuore; 
13 Che cosa li tranquillizza è il Cuore del Cuore. 
14 Il Cuore è utilizzato per ospitare il Cuore 
15 Al centro del Cuore c’è un altro Cuore, 
16 Il Cuore nel Cuore. 
17 La consapevolezza precede le parole. 
18 La consapevolezza conduce alla realtà che ha forma; 
19 La realtà Formata porta poi alle parole. 
20 Le parole poi portano ad azioni; 
21 Le Azioni portano poi alla fine, 
22 Non ordinare porta invariabilmente al disordine. 
23 Disturbo che conduce alla morte. 
Oggi l’Università di Parma (Gazzetta del 31 ottobre 2014) e l’Istituto di HeartMath di San Francisco (dal 1992) stanno confermando quando scritto nel Nei Yeh. 
In particolare «... L’Istituto di HeartMath ha documentato che il campo elettromagnetico del cuore è il più forte nel corpo in generale, in particolare per “concordance & entrainment”. Essi hanno documentato che il cuore contiene una “intelligenza” e che “le informazioni contenute nel campo energetico del cuore non vengono rilevate solo dai nostri cervelli e dai nostri corpi, ma possono anche essere registrate da chi ci circonda”».

Introduzione al Calendario Agricolo cinese - 2° post

La Tradizione accredita a Fu Xi, primo dei Tre Augusti dell’Alta Antichità, il merito di aver cominciato a studiare i cicli climatici della sua terra al fine di poter trasformare un popolo nomade in popolo sedentario.
Un Testo antico dice:
«Fu Xi alzò gli occhi al cielo e studiò il movimento del sole, della luna e delle stelle per determinare il succedersi delle stagioni. Successivamente egli abbassò lo sguardo verso terra per contemplare i mutamenti sta-gionali della Natura, i disegni degli uccelli e degli animali e il loro adattamento ai luoghi».
Egli codificò le sue osservazioni nel Diagramma del Primo Cielo, o Cielo di Fu Xi, o Cielo Anteriore:

 Cielo della Natura

Cita l’Yijing:

«I Saggi dell’Antichità (...) assegnarono al Cielo il numero 3 e alla Terra il numero 2: da questi derivarono gli ulteriori numeri... Essi si posero in concordanza con il Tao del Cielo e della Vita ed istituirono secondo queste norme l’ordinamento del retto, penetrando fino in fondo l’ordinamento del mondo esteriore. Meditando e perseguendo la legge della propria interiorità sino al suo più profondo nucleo, essi giunsero a comprendere le Leggi del Cielo, della Terra e del Destino».



Infatti già nell’antichità si  capì che senza riuscire a prevedere accuratamente i cambiamenti stagionali era impossibile seminare, fare raccolti ed allevare efficacemente il bestiame. Tuttavia, per sapere quando seminare, fare affidamento solo sulla luna, sulle stelle e i pianeti era insufficiente. Si aggiunse pertanto all’osservazione il sorgere e il tramontare del sole determinando con l’uso dello gnomone (semplice bastone conficcato in terra) l’allungarsi e l’accorciarsi delle ombre durante i vari periodi dell’anno. Questa tecnica permise loro di stabilire con esattezza la lunghezza e il cambiamento delle stagioni. 

Da “Storia della Gnomonica di Nicola Severino:

«Per farsi un’idea dell’antichità in Cina dello studio relativo alle ombre gnomoniche, si deve per forza seguire parallelamente la storia dell’astronomia di quel popolo perché, probabilmente, le prime osservazioni gnomoniche dovettero coincidere con quelle della cosiddetta "astronomia di posizione". La questione dell’antichità dell’astronomia in Cina costituì una delle principali ricerche condotte da Maspero verso il 1930, il quale si sforzò di dimostrare che le forme più primitive di osservazioni astronomiche si ebbero intorno al VI sec. a.C. Ma, purtroppo (per Maspero), un testo dal titolo Shu Ching è stato datato dagli studiosi, calcolando le posizioni delle stelle di cui si riportano i passaggi al meridiano rispetto ai punti equinoziali e solstiziali, al III millennio a.C., ovvero circa il XXIV sec. a.C».